settembre 2022 | a cura di angela iantosca

Pesa più un chilo di paglia o un chilo di ferro?

Il Risveglio della coscienza

di Angela Iantosca

 

Quante volte ci sentiamo dire delle cose che non comprendiamo?

Cose che capiamo a livello mentale, ma che non vanno oltre la testa.

Mi viene in mente un indovinello che un giorno mia madre mi ha sottoposto quando ero bambina (sicuramente lo riconoscerete): “Pesa di più un chilo di paglia o un chilo di ferro?”.

Qualcuno di voi starà sorridendo. La risposta è ovvia. È sotto gli occhi di tutti.

Ma allora io, invece di ascoltare la parola “chilo”, ho pensato solo alla paglia e al fieno, ostinandomi nel rispondere che il ferro evidentemente pesava di più.

Quando mi sono resa conto dell’errore, punta nell’orgoglio di non essere riuscita a far vedere la mia intelligenza (quanto ego!) ho continuato a mantenere la stessa versione provando a giustificarla scientificamente pur di non riconoscere che avevo detto una cosa sbagliata.

Quando penso al momento dell’ammissione del mio errore penso sempre alla parola risveglio.

Mi accade anche oggi ogni volta mi rendo conto di una cosa e mento a me stessa e agli altri ostinandomi ad andare nella direzione errata pur di non ammettere l’errore (quanto ego!).

Cosa impedisce, dunque, di vedere e poi di accettare profondamente ciò che si vede?

Da dove nasce l’ego che ci offusca? L’ego che ci opprime?

Per scoprirlo bisogna andare indietro. Molto indietro.

Ad un tempo precedente la nostra venuta al mondo. Bisogna andare al concepimento e oltre esso.

Quando una persona viene concepita in quell’ovulo e in quello spermatozoo, come ormai è stato dimostrato da un punto di vista scientifico, non ci sono solo quelle cellule che compongono quell’ovulo e quello spermatozoo.

C’è ben altro. C’è la storia delle due persone che hanno concepito e la storia dei loro genitori.

Una trasmissione nella quale non ci sono solo le cose positive, ma anche le ferite, il non detto, i dolori che, se non interveniamo attraverso un lavoro profondo di consapevolezza e di risveglio, continueranno a presentarsi come schemi fisici, mentali ed emotivi, dopo essersi sclerotizzati in noi al momento del concepimento e in quei mille giorni d’oro dopo esso.

I mille giorni d’oro, infatti, sono il tempo più importante e più delicato per ogni individuo che si affaccia al mondo: il tempo delle impronte, il tempo delle fondamenta.

Un periodo aureo, perché ricco di potenzialità creative, ma al contempo un periodo di grande delicatezza che andrebbe conosciuto e tutelato come il più prezioso.

Come fare, dunque, per rompere gli schemi?

Come arrivare al momento del concepimento un po’ più liberi dagli schemi del passato?

Come lavorare sull’auto-consapevolezza?

Ci sono diverse vie per arrivare a questo punto che non è mai un fine, ma un continuo passaggio verso nuove consapevolezze, fino ad arrivare a quel vuoto che è pace, assenza di sofferenza, bisogni, passioni, ma pienezza.

Lo Yoga, la meditazione, la danza consapevole sono alcune di queste vie.

Ma perché e come questi movimenti ci possono aiutare nell’auto-consapevolezza?

Perché con lo Yoga, la meditazione e la danza noi utilizziamo il corpo, lo mettiamo in movimento in ogni sua piccola parte attraverso il silenzio, la respirazione, l’incontro con il Tutto, attraverso lo scioglimento dei nodi.

Grazie alle diverse posizioni che superficialmente o per sentito dire tutti conosciamo, ma di cui spesso ignoriamo il significato, grazie al movimento che ci porta ad assumere le varie posizioni, il corpo inizia a scongelarsi, a sciogliersi così da far emergere paure, condizionamenti, tensioni, insoddisfazioni, ricordi…

Per aiutarci nella comprensione vi suggerisco un’immagine: pensate il vostro corpo come un ghiacciaio che nasconde e conserva dentro di sé fossili, storie, traumi, rivoluzioni, cadaveri…

Ora pensate ai ghiacciai quando si sciolgono: cosa accade in quel momento? Tutto ciò che era invisibile agli occhi emerge.

Il vostro corpo è come un ghiacciaio che deve essere aiutato a liberarsi dai congelamenti, da tutto ciò che è rimasto impigliato nel corpo non solo durante la nostra vita, ma anche durante la vita di chi ci ha preceduto che ci ha consegnato altri fardelli, altre tensioni, altre paure.

Muovendoci, danzando, meditando, respirando, riscaldiamo il corpo e aiutiamo il suo scongelamento.

Le nostre cellule si fanno acqua e aria e liberano anche la pelle, ogni molecola, ogni centimetro e tutte le memorie più profonde che ogni singola parte di noi nasconde.

È un processo che può essere doloroso, come uno tsunami a volte, ci può togliere il respiro, ci può far piangere, ridere, soffrire…

Ma noi siamo istintivamente coraggiosi, potenti e determinati.

E quando con coraggio entriamo nella profondità di quello che ci portiamo dentro, ci apriamo alla pienezza della nostra natura autentica indirizzandoci su un sentiero unico: la Via della ricerca.

Quello che possiamo fare attraverso lo Yoga e il Love Waves, i Retreat attraverso la meditazione e la danza consapevole è un viaggio della scoperta personale e dello sviluppo interiore, della saggezza, dell’equilibrio e dell’immensità.

Quando diamo importanza alla forza e accendiamo il nostro Fuoco, allora iniziamo a fare passi verso la realizzazione del potere del cambiamento, della trasformazione, del successo e della felicità.

Allora fidati del tuo Corpo, lasciati guidare dal tuo intuito, abbraccia la verità.

Angela Iantosca

Angela Iantosca

Giornalista e scrittrice, già inviata de La Vita in Diretta, ha collaborato con diverse testate nazionali.
Come scrittrice ha pubblicato molti saggi inchiesta. È autrice delle prime favole antimafia per bambini. Ambasciatrice del Telefono Rosa, vincitrice di diversi riconoscimenti, da anni porta avanti nelle scuole progetti di prevenzione alle dipendenze e alle mafie. È ideatrice e direttore Artistico del Festival InDipendenze, dal 2018 collabora al WeFree, progetto di prevenzione alle dipendenze della comunità di San Patrignano. Il suo blog è ask4angela.com

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